"TORNIAMO A NOI" Racconto a episodi                       "La mongolfiera"

            Un impresario da quattro soldi, cinque ragazzini, alcuni universitari, altri in cerca di fortuna ma tutti e cinque con gli strumenti musicali in mano. Spettacoli in piazza protocollati nei vari Comuni  a non meno di 2500 euro, ma a fine serata, come per magia, meno di 50 euro in tasca per quei ragazzini, spese escluse. Giri la periferia del capoluogo siciliano, ti spingi anche oltre con spettacolini senza capo e senza coda, ma con tanta pancia perchè comunque i cinque ragazzini ci credono, si divertono, scrivono anche musica propria. Certo, uno dei cinque scrive di più, poi canta e suona la chitarra e quindi scrive più d'una canzone per quegli altri quattro ragazzini. Niente di più bello. Ma ricordate l'impresariucolo da quattro soldi? Ecco. Chi scrive le canzoni in genere ne ha i diritti. Secondo lui no. Chi ne ha i diritti ne ha la proprietà. Secondo lui no. Lui vive per "gruppi di lavoro" dove i gruppi lavorano e lui intasca, dove i gruppi producono e lui si impossessa del prodotto.

            Arriva un "talent" truffaldo in una tv regionale sgarrupata, le cui trasmissioni si registrano in un garage sotterraneo che puzza di piscio e di banconote segnate. Le canzoni di quel ragazzino che canta, suona e scrive le canzoni per gli altri quattro rischiano di non essere neanche più sue, ma dell'ideatore della trasmissione che, a braccetto coll'impresariucolo ha cercato di imbrogliare, tacendo finchè possibile. Non fosse che quel ragazzino, seguendo l'etica del suo lavoro, aveva già provveduto a tutelare le proprie opere e quindi...tutta una bolla di sapone che però slaccia bruscamente i rapporti. Chi non sa quanto guadagnano gli autori di "livello zero" (come quel ragazzino che canta, suona e scrive canzoni per gli altri ragazzini) con i diritti delle proprie opere, è meglio che continui a immaginare grandi case, grandi auto e belle donne. Oppure che vada a leggersi un prospetto sui dividendi SIAE e taccia per sempre.

            Insomma rapporto finito per quel ragazzino, gli altri non si sono ancora resi conto di essere sfruttati e truffati o forse gli sta bene così. Continueranno a suonare in giro per la provincia palermitana per meno di 50 euro, ma almeno felici di farlo, si spera.

        C'è un incontro che segna l'inizio di un nuovo capitolo di questo racconto. Fuori da un localino palermitano chiuso tra due palazzoni in una stradina asfissiante col pavimento di pavè, tanti sacchetti d'immondizia e poca, pochissima gente dentro. Lui, l'impresariucolo è poggiato sul cofano di un'auto all'esterno del locale, il ragazzino che pensa più a guadagnare con le sue canzoni (non sono più le canzoni degli altri quattro ragazzini ma le sue e di nessun altro) che al lavoro di gruppo, passeggia. Si incontrano.


Il ragazzino saluta:


- Buonasera, come va? I ragazzi suonano qui stasera? -


L'impresariucolo sbuffa il fumo della sua sigaretta in faccia al ragazzino:


- Ciao, si i ragazzi suonano qui col cantante nuovo, ha portato, soltanto lui, cinquanta persone. Sarà un concertone. Ma...sai che mi sembri ingrassato? Stai diventando una mongolfiera. -


            Sarebbero potute essere migliaia le risposte a tono, finanche offensive ad un'osservazione tanto gratuita e fine a se stessa. Purtroppo il ragazzino non ne trova una convincente al momento. Così sorride, riprende la sua strada con i suoi amici, lasciando l'impresariucolo a fumarsi la sua sigaretta seduto sul bagagliaio di un'auto in una viuzza asfissiata da due palazzoni, in mezzo a sacchi d'immondizia e piscio di cane che scivola sul pavè. Dentro al locale ci sono 10 persone, ragazzini musicisti compresi. Un concertone.

            La risposta migliore, quella più poetica e al tempo stesso più cattiva arriva un paio di notti dopo, fuori tempo massimo come tutte le risposte perfette, e recita più o meno così:


"…e le mongolfiere su nel cielo volano piano,

c’è chi si dispera perché pur saltando non va lontano…

…e le mongolfiere sopra il mondo stanno a guardare

chi si dispera perché pur saltando non potrà mai volare…"

 

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